“Bene Comune”, a Panicale una squadra di giovani volontari al servizio dei cittadini

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A Panicale è nata la rete di giovani volontari “Bene Comune”. L’idea è quella di offrire un supporto umano e digitale al fine di rispondere a domande, chiarire dubbi, non lasciare “solo” nessuno e cooperare con il Comune di Panicale durante l’emergenza Covid-19.
L’intento, come spiegano i promotori, è creare una rete di giovani ragazzi competenti in varie materie, volenterosi di mettersi al servizio di tutti. Il primo passo è stato quello di istituire una pagina Facebook (Bene Comune – Panicale) e mettere a disposizione un indirizzo email (benecomunepanicale@gmail.com) ed un numero telefonico (075.832232), fornendo mezzi comunicativi idonei per ogni fascia di età.

Inoltre si sta mettendo in campo una serie di utili attività come: fare chiarezza su informazioni veritiere e fake news, consigliare canali informativi ufficiali, rispondere a dubbi derivanti dalle informazioni acquisite attraverso tv o altri canali informativi; schematizzare e pubblicare come poter accedere ai servizi di cui si può beneficiare e a cui si ha diritto (es. buoni pasto); supportare chi non ha dimestichezza con strumenti tecnologici e provare, per quanto possibile, ad insegnare come utilizzarli; supportare coloro che non conoscono la lingua italiana; aiutare le famiglie di studenti con difficoltà per il supporto della tele-didattica dei figli; fare video tutorial per bambini promuovendo attività ricreative e divertenti.

“Tante le idee che ancora stanno bollendo in pentola – riferiscono i ragazzi di “Bene Comune” – . Dopo soli due giorni dalla nascita di Bene Comune molti i giovani che si sono avvicinati a questa realtà, un segnale che dimostra la presenza di tante buone intenzioni e tanta solidarietà nel nostro territorio. Ognuno di noi si è solo messo a disposizione per il “Bene comune””.
“E’ una bella operazione – commenta il sindaco di Panicale Giulio Cherubini -, un’idea molto interessante di volontariato in questo difficile momento. Ci fa molto piacere che ragazzi, alcuni appena laureati, si siano voluti cimentare con questa operazione dando una preziosa mano alla propria comunità. Con loro c’è un filo diretto; ci confrontiamo molto spesso per la sequenza dei contenuti”.