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giovedì 10 Ottobre 2024
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La grande arte al cinema, a Castiglione arriva ‘Borromini e Bernini’

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Per la serie “La Grande Arte al Cinema” al Temporary Cinema di Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago da lunedì 15 e martedì 16 maggio Lagodarte Impresa Sociale propone un film evento dedicato a due immensi artisti del Barocco. “Borromini e Bernini: sfida alla perfezione” (durata 105 min., Italia 2023) è un film prodotto da Nexo Digital, diretto da Giovanni Troilo, con Jacopo Olmo Antinori, Pierangelo Menci e Antonio Lanni, e gli interventi degli esperti coinvolti nel film: il critico d’arte e regista Waldemar Januszczak, l’architetto e accademico Paolo Portoghesi, il professore, della Cornell University di Roma, Jeffrey Blanchard, il professore associato presso l’Università di Camerino Giuseppe Bonaccorso, la curatrice e critica d’arte Aindrea Emelife, la professoressa di Storia dell’Arte Medievale e Moderna alla American University di Roma Daria Borghese.
Il film è il racconto della rivoluzione architettonica di un genio solitario che cambia per sempre l’aspetto di Roma attraverso una sfida personale alle convenzioni e ai pregiudizi, con l’umiltà di apprendere dal passato per inventare il futuro, con il coraggio di portare avanti un’idea pagandone il prezzo fino in fondo. Lo stile di Borromini è riconoscibile, eccentrico, diverso: si distingue da quello dei contemporanei e trasuda un’austera autorità spirituale, con perenni allusioni che evocano l’infinito. Ma questa è anche la storia della rivalità artistica più famosa di sempre, quella tra Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680) e soprattutto la storia della rivalità di Borromini con sé stesso: un genio talmente legato alla sua arte da trasformarla in un demone che lo divora dall’interno, fino a spingerlo a scegliere la morte, con un gesto drammatico, pur di toccare l’eternità. Borromini non ha ancora vent’anni quando arriva a Roma a piedi da Milano, lasciando i genitori e il suo lavoro di umile scalpellino al Duomo per inseguire il sogno di lavorare nel cantiere più prestigioso del suo tempo, la Fabbrica di San Pietro. È il 1619, Roma è il centro dell’arte occidentale, “the place to be” per ogni pittore, scultore, architetto che desideri la gloria. Qui spuntano ogni giorno nuovi cantieri di chiese, fontane, palazzi nobiliari e sedi di giovani e ambiziose congregazioni religiose di tutta Europa: a cominciare dalla nuova Basilica di San Pietro, la Chiesa ha deciso di utilizzare l’arte e l’urbanistica come potente mezzo di fascino e persuasione e come simbolo di grandezza di fronte al mondo, per rilanciare il suo messaggio dopo lo shock provocato dalla Riforma protestante di Martin Lutero. “Borromini e Bernini: sfida alla perfezione” si snoda per le vie di Roma, tra Palazzo Barberini, San Pietro, San Carlo alle Quattro Fontane, Sant’Andrea al Quirinale, l’Oratorio di San Filippo Neri, la Basilica di San Giovanni in Laterano, Piazza Navona, la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, Villa Adriana a Tivoli e si spinge poi alla villa-giardino di Paolo Portoghesi a Calcata (Viterbo) fino ad arrivare alla Tomba di Borromini a San Giovanni Battista dei Fiorentini, dove l’artista riposa ancor oggi. Il film è in programma al Temporary Cinema di Palazzo della Corgna lunedì 15 alle ore 18:30 e poi alle 21:15 e martedì 16 alle 18:30.
Ecco il trailer del documentario: https://youtu.be/2U96TZEozbo.

Nel fine settimana del Temporary Cinema prosegue la programmazione del nuovo film di Pupi Avati “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”, sabato 13 alle ore 18.30 e domenica 14 alle 21:15. Con Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick Russo, Cesare Bocci, Cesare Cremonini, Sydney Rome e Anna Safroncik, il film (durata 98 min. Italia 2023) è prodotto da Duea Film, Minerva Pictures con Vision Distribution in collaborazione con Sky. «Una summa del cinema di Avati, intriso di musica, malinconia e a cui non manca il guizzo ironico del suo autore». Bologna oggi. Marzio incontra Samuele con cui negli anni ’70 aveva costituito il gruppo “I Leggenda” con il sogno di sfondare nel mondo della musica e che aveva invece finito con il produrre un solo brano. I due vivono entrambi un momento difficile così come non facile aveva finito con il diventare il loro rapporto a causa di Sandra, che Marzio aveva sposato ma non aveva saputo comprendere fino in fondo. Sono passati 35 anni dalla quattordicesima domenica del tempo ordinario in cui si era celebrato il matrimonio. Ora tutti e tre si trovano dinanzi a una svolta della loro vita. ‘Il quarantatreesimo film del cinema avatiano’: questo potrebbe essere il titolo alternativo di un’opera che ha come spinta propulsiva il dono che alcuni Autori (e Avati indubbiamente lo è) scoprono di possedere interiormente raggiunta una fase avanzata della loro vita: il non dover essere costretti a dimostrare niente a nessuno. Pupi Avati è sempre stato un uomo libero, lontano dagli ambienti “che contano” nel mondo del cinema, ma ora lo è nel senso più ampio del termine. Ora ci propone una summa del suo cinema mostrando in sottotraccia di avere condensato elementi che avrebbero potuto, se sviluppati ulteriormente, dare origine a una fiction di qualità come lo è stata “Un matrimonio”. Perché da lì si torna a partire, da una data che dà il titolo al film e che è quella in cui lui si è sposato. Già il titolo costituisce una piccola provocazione. Non tanto per il dato biografico di cui sopra che, ovviamente, i più non conoscevano ma per quel “tempo ordinario” di cui molti si devono essere chiesti in cosa consista non sapendo che è una modalità di datazione liturgica. Perché Avati è un cattolico praticante, distante anni luce dal bigottismo, che però non ha remore nell’affermarlo.
Ecco il trailer del film: https://youtu.be/uzhxcEoYGaM.

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