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giovedì 10 Ottobre 2024
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Sant’Arcangelo si tinge di eroismo: la commemorazione dell’audace salvataggio degli ebrei a Isola Maggiore

Il coraggio di don Antonio Posta, i pescatori di Isola Maggiore e il poliziotto Giuseppe Baratta nel salvataggio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

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Nella suggestiva cornice dell’antico molo di Sant’Arcangelo, si è tenuta la cerimonia di commemorazione per onorare l’atto di coraggio compiuto da don Antonio Posta, da alcuni pescatori e dal poliziotto Giuseppe Baracca nel giugno del 1944. L’evento ha riunito autorità militari, civili e religiose, che hanno voluto rendere omaggio a coloro che, mettendo a repentaglio le proprie vite, hanno permesso la salvezza di trenta ebrei tenuti prigionieri ad Isola Maggiore durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’importanza di ricordare tali gesti eroici è stata sottolineata dal sindaco di Magione Giacomo Chiodini, il quale ha evidenziato come l’azione di salvataggio di Don Antonio Posta, insignito del titolo di Giusto tra le Nazioni, sia un esempio di coraggio e altruismo senza pari. Gianfranco Cialini, storico locale, ha contribuito a rievocare gli eventi accaduti, scoprendo il ruolo fondamentale svolto dai protagonisti in questa vicenda storica. Nella notte tra il 19 e il 20 giugno 1944, trenta ebrei confinati a Isola Maggiore dai tedeschi furono traghettati nella zona già liberata dagli alleati, sbarcando proprio sull’antico molo di Sant’Arcangelo.

Le autorità intervenute hanno ribadito l’importanza di preservare la memoria di gesti eroici come questo. Durante la cerimonia, una corona di alloro è stata deposta in segno di omaggio ai prigionieri e in memoria dell’atto di salvataggio compiuto sessant’anni prima. L’evento ha visto la partecipazione di numerose personalità, tra cui il Questore di Perugia, Giuseppe Bellassai, che ha elogiato il gesto di Giuseppe Baracca definendolo degno di riconoscimento in un periodo storico in cui prendere tali decisioni era estremamente difficile.

Il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Emanuele Prisco, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di gesta eroiche come questa, in modo che possano servire da monito per le future generazioni. Ha evidenziato come le vite di un prete, dei pescatori e di un poliziotto si siano incrociate con quelle di trenta persone destinate alla deportazione, dando vita a uno dei più alti esempi di altruismo. Questo atto straordinariamente eroico rimane impresso nella comunità locale e contribuisce a consolidare i valori di civiltà che l’Occidente condivide e promuove.

Alla cerimonia hanno preso parte anche altre figure di spicco, tra cui il vicario del Prefetto di Perugia, Nicola De Stefano, il vicesindaco di Tuoro Pietro Lorenzoni, il presidente delle proloco di Sant’Arcangelo, Riccardo Torresi, il parroco don Leonardo Romizi, il Capitano dei carabinieri, comando di Città della Pieve, Luca Battistella, nonché i parenti dei protagonisti, tra cui Federico Baratta, nipote del poliziotto Giuseppe Baratta, e Maria Luisa Piazzesi, figlia del pescatore Agostino Piazzesi che guidava una delle barche coinvolte nell’operazione di salvataggio. Inoltre, era presente anche Maria Luciana Buseghin, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Perugia, e una rappresentanza dei pescatori di Isola Maggiore.

L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione Polizia di Stato di Perugia, presieduta da Floriano Fiorucci, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria di questo straordinario episodio di coraggio e di ricordare il valore della solidarietà umana anche nei momenti più bui della storia.

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