L’arte di Luigi Stefano Cannelli colora Isola del libro Trasimeno: mostra a Passignano

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‘Aletheia’ sarà inaugurata sabato 10 agosto alle 18 alla Rocca. Seguirà concerto ‘Images’ dell’arpista Maria Chiara Cannelli e letture poetiche di Marco Panfili – L’esposizione è visitabile fino al 31 agosto, dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30

Ancora un appuntamento con l’arte, la pittura in particolare, è in programma per la rassegna culturale Isola del libro Trasimeno. Accanto alle opere pittoriche di Marco Pierini, la cui esposizione è stata inaugurata il primo agosto e prosegue fino al 9, la Rocca di Passignano sul Trasimeno sarà nuovamente protagonista di una mostra personale di pittura: si tratta di Aletheia, del pittore, scenografo e illustratore Luigi Stefano Cannelli, che sarà inaugurata sabato 10 agosto alle 18. Seguirà, alle 19, il concerto ‘Images’ dell’arpista Maria Chiara Cannelli, che suonerà alcuni brani di Godefroid, Debussy, Poenitz e Pearl Chertok regalando un’atmosfera unica, segnata dai colori del tramonto sul lago e dei quadri di Luigi Stefano Cannelli.

La voce dell’attore Marco Panfili, poi, trasporterà il pubblico in un viaggio nel tempo grazie alla lettura di alcune poesie di Baudelaire, Mallarmé, Valery e Goldoni. Tra i presenti anche la professoressa Francesca Cencetti, poetessa, scrittrice e pittrice. L’ingresso è gratuito. L’esposizione, a cura del professor Marco Bussagli, è visitabile dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, fino al 31 agosto. Nel percorso espositivo potranno essere ammirate oltre venti opere di Cannelli, realizzate dall’artista in un arco temporale che va dal 1978 ad oggi, tra cui un’opera particolarmente cara all’autore, non a caso scelta anche come copertina per questa dodicesima edizione di Isola del libro: si tratta de La stella mattutina, opera del 2006 che si rifà ad una lirica dell’antica Grecia.

“L’arte a tutto tondo’ – spiega Bussagli – potrebbe essere il sottotitolo della mostra di Luigi Stefano Cannelli, pittore, incisore, costumista e ceramista dal segno elegante e dalla mano felice, capace di evocare dimensioni oniriche che nascono dall’attenzione alla mitologia e alla poesia della Grecia antica –. Uscito dalla grande scuola di scenografia di Gaetano Castelli, ha avuto nell’incontro con Bruno d’Arcevia, uno dei principali esponenti della Nuova Maniera Italiana, il punto di svolta nella presa di coscienza della propria poetica. Il recupero, senza nostalgie o inutili compiacimenti, della grande arte figurativa italiana e delle tecniche tradizionali, interpretate con una chiave nuova e del tutto personale, fra decorazione e invenzione, sono la cifra di un mondo visivo decisamente inconfondibile”.

“Luigi Stefano Cannelli – prosegue Bussagli – ha così costruito una sua visione del mondo e dell’arte che si basa su certi presupposti tanto semplici quanto fascinosi: la stilizzazione delle forme e la linearità dei volumi, l’armonia della figura umana, la levità dei colori, tutto cucito insieme dalla felice riuscita del tratto calligrafico utilizzato quasi come una firma. Per questo motivo, qualunque cosa realizzi, Luigi Stefano Cannelli è immediatamente riconoscibile. Tanto che si sperimenti come decoratore di piatti, di brocche o di vasi, quanto che s’impegni nella creazione dei costumi per il Palio dei Terzieri di Trevi nel Lazio, oppure affronti il tema del ritratto, il maestro non tradisce mai se stesso e declina la sua capacità creativa secondo necessità e occasione così da proporsi come interprete di questo o quel soggetto facendolo proprio”.