Il lago Trasimeno sta vivendo una delle fasi più critiche degli ultimi decenni. Il livello idrometrico ha raggiunto quota meno 163 centimetri, venti in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 e cinquanta in meno rispetto al 2021. A ricordarlo è stato il vicepresidente della Regione Umbria Tommaso Bori, durante la seduta dell’Assemblea legislativa che ha approvato all’unanimità la modifica all’assestamento del Bilancio di previsione 2025-2027, con una ulteriore riduzione dei canoni dovuti dalle attività economiche e sociali per l’utilizzo delle pertinenze idrauliche e delle spiagge lacuali.
«Il Trasimeno attraversa una delle emergenze idriche più gravi degli ultimi venticinque anni – ha detto Bori –. Solo nel 2008 e nel 2003, anno della grande crisi del lago, i livelli si erano mostrati così bassi». Il vicepresidente ha spiegato che la situazione attuale è aggravata da fenomeni ambientali come l’interramento dei fondali. «Oggi diverse darsene che ospitano la navigazione privata sono completamente bloccate – ha aggiunto Bori –. Le barche non possono uscire per mancanza d’acqua e anche le linee di navigazione pubblica hanno rischiato di fermarsi verso le isole per il fondo troppo basso».
Bori ha ricordato le caratteristiche morfologiche del bacino umbro, definendolo «uno dei laghi laminari più grandi d’Europa, con poca profondità, grande estensione e pochi affluenti». «Questa conformazione – ha spiegato – rende il Trasimeno particolarmente vulnerabile al riscaldamento e all’evaporazione. Il cambiamento climatico in atto può essere fatale, con il rischio di una trasformazione definitiva in palude».
Il vicepresidente ha sottolineato l’importanza dell’atteso intervento di adduzione dalla diga di Montedoglio, definendolo «una misura fondamentale che diventerà presto realtà». Tuttavia, ha aggiunto, non sarà sufficiente: «Servirà un’attività progettuale che guardi all’allargamento del bacino imbrifero, come accadde negli anni Sessanta, per far confluire più acqua e aumentare la capacità di immagazzinamento».
La misura approvata, ha precisato Bori, rappresenta «un aiuto concreto alle attività economiche e alle associazioni sportive che gestiscono il demanio e le darsene». «Oggi – ha concluso – diamo sostegno alle aziende più esposte, in un provvedimento concertato con gli enti locali del territorio».
Durante la discussione in Aula, il consigliere Cristian Betti (Pd) ha espresso apprezzamento per l’iniziativa. «Voteremo con grande favore ed entusiasmo questo atto – ha dichiarato –. Si tratta di un provvedimento importantissimo per i nostri laghi, in particolare per il Trasimeno, che vive una condizione sempre più grave. È un intervento necessario e urgente, atteso anche dall’Unione dei Comuni e dal sistema economico del lago».
Critico invece Nilo Arcudi (Tp-Uc), che pur condividendo la riduzione del canone del 50 per cento ha sottolineato le difficoltà del territorio. «Le darsene sono totalmente inagibili – ha osservato –. Gli operatori pagano per un servizio che di fatto non possono usare. La situazione è drammatica e forse sarebbe necessario azzerare completamente il canone».
Le istituzioni regionali annunciano nuovi interventi, ma la crisi del lago continua a richiedere soluzioni strutturali e di lungo periodo.






