Gli oliveti secolari del territorio del Trasimeno rischiano di scomparire, sostituiti progressivamente dalle piantagioni intensive. A lanciare l’allarme è l’associazione “La Voce dei Cittadini”, attraverso i suoi rappresentanti Daniz Lodovichi e Pierino Bernardini, che denunciano la mancanza di incentivi adeguati per salvaguardare un patrimonio paesaggistico e produttivo unico.
«Senza l’arrivo della mano d’opera straniera – spiegano dall’associazione – intere piantagioni di olivi secolari, che per anni hanno fornito la produzione di olio di qualità, sarebbero abbandonate al loro destino». Le nuove piantagioni intensive di oliveti sono infatti più competitive in termini di costi e livelli di produzione, grazie all’utilizzo massiccio di macchine operatrici che sostituiscono il lavoro manuale nella potatura e nella raccolta, facilitate dalle disposizioni a filare.
Secondo “La Voce dei Cittadini”, il rischio concreto è perdere la bellezza delle storiche piantagioni ben curate che hanno ornato e caratterizzato per secoli il paesaggio locale. «Il vero olio di qualità – sottolineano Lodovichi e Bernardini – viene da quelle piante autoctone. È necessario intervenire con incentivazioni appropriate per contribuire a far fronte ai costi richiesti, non più sostenibili». L’associazione denuncia come la questione sia sottovalutata nelle tavole rotonde e nei convegni che ogni anno aprono la stagione olearia, senza trovare la giusta soluzione.






