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lunedì 14 Ottobre 2024
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“Dervish”, l’artista turco Ziya Azazi porta in scena a Panicale le danze della tradizione sufi

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La Stagione 22/23 del Teatro Cesare Caporali di Panicale ospita, lunedì 16 gennaio alle 21, l’artista turco Ziya Azazi con l’interpretazione in chiave contemporanea delle danze della tradizione sufi nello spettacolo Dervish. La serata è composta da due performances: Azab e Dervish in progress.
Nella sua formazione di danzatore e uomo Ziya Azazi è stato influenzato dalla una filosofia esistenziale del Sufismo. Il misticismo è il nucleo del Sufismo, che esplora la ragione della creazione dell’uomo e dell’universo in cui vive. Secondo questa filosofia che studia la casualità dell’esistenza, l’uomo è un essere che ha bisogno di crescere e di essere illuminato. Dervish è il porto di arrivo di questo percorso.
Nel Sufismo ci son 4 porte: la Legge, il Cammino, la Consapevolezza e il Discernimento. La porta della Legge è la prima ed è il gradino più basso del viaggio. Giunti alla porta del Cammino, il pensiero di diventare una pura entità matura attraverso la pratica e la ripetizione. La porta della Consapevolezza è il punto dove si giunge alla pura realtà e si trasmette conoscenza agli altri.

Azab descrive lo sforzo dell’uomo nell’attraversare queste 3 porte. Nell’esprimerlo, l’artista spesso sfrutta la rotazione su piano orizzontale. La ricerca che viene portata sul palco è sia filosofica che artistica. Il viaggio termina nel conoscere e riconoscere se stesso proprio alla porta del Discernimento. Dervish in Progress parte da quest’ultima porta. Qui il senso di completezza e di gioia sono visibili in ogni movimento dell’artista. La chiarezza del corpo sul palco si fonde con l’imprevedibile movimento della gonna. La grazia della rotazione riflette il luogo in cui la sua mente si trova nel compiersi del viaggio.
Ziya Azazi, che ha superato le porte della Legge, Cammino e Consapevolezza in Azab, apre le porte del Discernimento in Dervish in Progress, la seconda parte della performance in cui Ziya Azazi ci aspetta con le sue gonne sulla soglia dell’ultima porta del Sufismo, il Discernimento, e riflette la sua gioia di conoscere, riconoscere e di andare oltre se stesso condividendo questo momento con il pubblico. Le gonne usate sono un elemento indispensabile nella sua danza. Cambiano forma costantemente durante tutta la performance. Non sono solo costumi ma diventano una vera e propria parte di lui, un partner, un mantello, una coperta dietro cui nascondersi. Le rotazioni ripetute aumentano sia la consapevolezza fisica che la consapevolezza meditativa.

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