Diventare operaie o nutrici, ceraiole o fuchi destinati a un veloce sacrificio: come le api, anche gli esseri umani devono cercare il proprio destino, e costruire il proprio posto nel mondo. Racconta il complesso processo di maturazione di una persona Il volo dell’ape, esordio letterario di Lorenzo Lanari, edito da Graphe.it, che verrà presentato sabato 18 luglio alle 18.30 a Passignano sul Trasimeno, in piazza Garibaldi, nell’ambito della rassegna Emozioni tra le righe, in un incontro a cura di Matteo Girardi, caporedattore ed editor di Città nuova editrice.
La manifestazione passignanese riparte così dopo la sosta forzata della primavera, condividendo in questo il destino del libro di Lanari, uscito proprio in marzo in piena emergenza Covid-19, che in questi mesi ha fatto ben parlare di sé attraverso il passaparola di lettori e addetti ai lavori. Docente di Spagnolo, direttore didattico della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia e dottorando presso l’Università di Soria, Lorenzo Lanari debutta in libreria raccontando la storia di Michele Panelli, che cresce fra le api, creature misteriose la cui organizzazione si basa su ruoli e comportamenti definiti.
“Questo non è però un romanzo che parla di insetti – spiega l’autore – ma di persone. Il protagonista, ragazzo impacciato e immaturo, scoprirà pian piano nascosta in sé l’ape bottinatrice, quella che viaggia lontano lungo una mappa che nemmeno sapeva di conoscere, e che riporta poi sempre a casa. Michele, fra semplici avventure e tragedie sfiorate, incontrerà la sua regina e con lei costruirà un alveare della sua esatta misura. Come le api hanno un’organizzazione gerarchica che si sviluppa nella crescita esistenziale e maturano nella crescita, così il personaggio del romanzo passa dalla spensieratezza della gioventù alla maturità, condivide esperienze con amici e conoscenti, cresce grazie agli insegnamenti della vita fino a giungere alla vita adulta”.
Un racconto ispirato al vissuto dell’autore, anche se “la vita di Michele, il protagonista, pur rappresentandomi in molti aspetti – prosegue Lanari – non è del tutto uguale alla mia. Certo, molte delle esperienze che descrive hanno l’aroma del vissuto, un vissuto affascinante e indimenticabile, ma è solo un aroma, non un ritratto fedele. Lavoro con i giovani universitari e quando li guardo mi ritrovo ad assaporare le stesse sensazioni che io vissi a suo tempo, per questo ho sentito la necessità di descrivere qualcosa che facesse da ponte tra il mio passato e il presente di questi ragazzi, un modo per accompagnarli nella loro tappa attuale e provare ad anticipare quello che verrà dopo un periodo della loro vita così intenso e frizzante”.