A Castiglione del Lago le proposte cinematografiche “veneziane” di Lagodarte proseguono grazie al format “Approdi, dalla laguna al lago”, una selezione dei migliori film presentati a “Venezia 79”. Dal 30 settembre al 3 ottobre il suggestivo “Ti mangio in cuore”, film in bianco e nero di Pippo Mezzapesa, con Elodie, Francesco Patanè, Michele Placido, Tommaso Ragno, Brenno Placido, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Giovanni Trombetta, Letizia Pia Cartolaro, Giovanni Anzaldo, Gianni Lillo (durata 115 min).
“Ti mangio il cuore” è un gangster movie e una grande, tragica, storia d’amore ambientata e girata in Puglia, una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. I Malatesta e i Camporeale sono in guerra da sempre, e Michele Malatesta ha vendicato l’eccidio di tutta la sua famiglia avvenuto nel 1960. Più di quarant’anni dopo, le due famiglie sembrano aver instaurato una tregua, favorita da una terza famiglia, i Montanari. Ma Andrea Malatesta, il figlio prediletto di Michele, perde la testa per Marilena, la bellissima moglie di Santo Camporeale, ed è di nuovo guerra senza esclusone di colpi, destinata a protrarsi nel tempo e a travolgere persone e cose. Nessuno saprà più di chi potersi fidare, così come nessuno potrà evitare di entrare in qualche misura nella spirale della violenza. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.
“Ti mangio il cuore” è girato in bianco e nero e ambientato in una Puglia atavica e rurale, dove gli esseri umani vivono insieme alle pecore e ai maiali e spesso si comportano peggio delle bestie. Nessuno si sottrae alla logica della faida che condiziona la vita di intere famiglie e intere generazioni. In mezzo scorre la passione, quella fra Andrea e Marilena ma anche quella fra Teresa e Michele, e i legami di sangue sono viscerali e potenti, nel bene e nel male. La fotografia fortemente contrastata di Michele D’Attanasio rispecchia visivamente l’asprezza dei conflitti in scena e la divisione netta degli schieramenti: è tutto, letteralmente, bianco o nero, non c’è spazio per alcuna gradualità.
Il film, che vede l’esordio assoluto della cantante Elodie, è tratto dall’omonimo libro inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Da tempo in Italia non esistono più soltanto la mafia siciliana, la camorra e la ‘ndrangheta. C’è una quarta mafia, che oggi è la meno raccontata e conosciuta. Nelle terre che si estendono dal Gargano a San Severo, da Manfredonia fino a Cerignola, comandano le famiglie della Società foggiana e i Montanari del Promontorio. I loro tentacoli sono ormai estesi in un enorme giro d’affari internazionale. La loro violenza è arcaica e bestiale. Dagli anni Settanta a oggi gli omicidi sono stati 360, l’80 per cento dei quali è rimasto irrisolto. Una mattanza che ha fatto decine di morti e ha il suo motore nella cruenta faida decennale tra due famiglie. Quella di Carlo Bonini e Giuliano Foschini è un’inchiesta che, intrecciando atti giudiziari, testimonianze di investigatori, magistrati e vittime di questo inferno, si fa racconto drammatico, popolato da personaggi indelebili.