Saldi invernali, in Umbria dal 4 gennaio: 140 euro la previsione di spesa media pro capite

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In Umbria è tutto pronto per i saldi invernali 2020 che partiranno, come in gran parte d’Italia, sabato prossimo 4 gennaio per concludersi il 3 marzo. Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, ogni umbro spenderà in media 140 euro, con una spesa media a famiglia di 324 euro.
Tutti potranno contare su un grande e vario assortimento tra cui scegliere con sconti subito consistenti, trovando le ‘vere’ occasioni nei negozi fisici. La parola d’ordine lanciata quest’anno da Federmoda Confcommercio è infatti “saldi sostenibili”, ovvero acquisti consapevoli dal punto di vista socio-economico, ma anche ambientale, fatti nei negozi “sotto casa”, dove si può toccare con mano la qualità e la convenienza, contribuendo a limitare le corse dei corrieri con pacchi e imballaggi che poi dovranno essere smaltiti, potendo inoltre godere di una esperienza molto più stimolante dal punto di vista relazionale.
Mentre si preparano a questo evento così importante, i commercianti umbri, intanto, non nascondendo le difficoltà che nascono dalla eccessiva vicinanza della data di avvio dei saldi con le Festività, che non sono ancora concluse. Il presidente di Federmoda Confcommercio Umbria Carlo Petrini annuncia la richiesta di un incontro con l’assessore regionale Michele Fioroni proprio per affrontare la questione, che poi dovrà trovare una soluzione sul tavolo della Conferenza Stato Regioni.

Ma ecco le stime per l’edizione 2020 dei saldi invernali secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi Confcommercio.

STIMA DEI SALDI INVERNALI 2020
– VALORE SALDI INVERNALI: 5,1 miliardi di euro
– NUMERO FAMIGLIE ITALIANE: 26 milioni
– NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTANO IN SALDO: 15,6 milioni
– ACQUISTO MEDIO A FAMIGLIA PER SALDI INVERNALI: 324 euro
– NUMERO MEDIO DEI COMPONENTI PER FAMIGLIA: 2,3
– ACQUISTO MEDIO A PERSONA NEI SALDI INVERNALI: 140 euro

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Federmoda e Confcommercio ricordano alcuni principi di base.
Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 130 e ss. Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
Prezzi: il cartellino dei prezzi deve contenere: il prezzo praticato prima della vendita di fine stagione; il nuovo prezzo; lo sconto praticato espresso numericamente o in percentuale.
I cartelli devono indicare l’esatta tipologia ed il periodo di svolgimento. Per usufruire dell’esenzione al pagamento dell’imposta di pubblicità, i cartelli o locandine non devono superare la superficie complessiva di mezzo metro quadrato per ciascuna vetrina o ingresso.