Turismo, a Paciano cinque ragazzi in servizio civile per sviluppare le attività del borgo

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A Palazzo Baldeschi di Paciano, sede di TrasiMemo (Banca della memoria del Trasimeno), arriva una squadra di cinque giovani del Servizio Civile, con preparazione di alto profilo. Selezionati dalla Pro Loco e con età oscillante tra i 25 e i 29 anni, per circa un anno avranno l’importante compito di sviluppare tutte le attività della Pro-loco, in questo particolare anno in cui tutto va ripensato: informazioni turistiche, accoglienza a TrasiMemo con supporto ai laboratori artigiani per la didattica, biblioteca, archivio-emeroteca, spazio mostre, seminari e dibattiti, accoglienza turistica e tutti i progetti che l’associazione metterà in campo.

Per prepararsi a tutto ciò Alexandra Marin, Leonardo Manganello, Agnese Caporalini, Anna Scattini e Roberto Duca, grazie alla stessa Proloco in queste settimane stanno seguendo via web attività di formazione, tenute dai professori Daniele Parbuono e Mario Squadroni e dai giornalisti Andrea Chioini (Rai Umbria) e Elena Teatini (Ufficio stampa Provincia Perugia) che come volontari hanno deciso di mettere a disposizione le proprie competenze. Il tutto sotto il coordinamento scientifico di Cinzia Marchesini (assessore comunale, ma impegnata in questo caso nella sua veste di esperta di patrimonio culturale e antropologa), mentre la parte organizzativa è curata da Manuela Di Candido, responsabile per la Pro-Loco delle attività di servizio civile, con Elio Migni, ingegnere, consigliere della stessa associazione.

“Il futuro delle piccole comunità – spiegano i promotori – si disegna mettendo a valore ogni sedimento culturale presente nel territorio. A Paciano si sta giocando una scommessa che ha del temerario: fare di un archivio e di una emeroteca strumenti da utilizzare per immaginare nuove forme di attività lavorativa. Una scommessa partita nel 2014 con la nascita di TrasiMemo, frutto della collaborazione tra il Comune di Paciano e l’Università di Perugia. Un tema su cui si è innestato il progetto di archivio-emeroteca-centro di documentazione che l’associazione Mente Glocale ha condiviso con l’Amministrazione comunale. Un intreccio di ipotesi che ha avuto ulteriore impulso adesso con questo progetto di Servizio civile”.
A questi ragazzi Mario Squadroni, docente di archivistica dell’Università degli studi di Perugia, per lunghi anni Soprintendente per l’Umbria e poi anche per le Marche, con le sue lezioni ha posto le basi teoriche per l’intervento pratico di riordinamento e inventariazione che verrà effettuato a breve, sotto la sua costante vigilanza, dagli operatori del servizio civile, sulle carte d’archivio presenti a TrasiMemo, raccolte dal giornalista Andrea Chioni e donate al Comune di Paciano.

Daniele Parbuono, docente di antropologia culturale, con importanti studi in Italia e in Cina sul patrimonio culturale ed ecomusei, oggi anche delegato dell’ateneo perugino per il settore Coordinamento Staff e Relazioni del Magnifico Rettore (responsabile scientifico del progetto TrasiMemo) ha invece inquadrato il progetto TrasiMemo all’interno delle sue relazioni teoriche con le contemporanee ricerche scientifiche in campo di sviluppo locale attraverso il patrimonio culturale.
Ai giovani sono stati poi presentati tutti i diversi progetti sviluppati con gli artigiani, con l’associazione SiripArte per i centri estivi, il teatro del Futuro e la memoria, l’English Studio, le attività di incontri con gli autori con l’associazione Libri Parlanti, le conferenze svolte con tanti esperti, le tante attività svolte con il FAI, gli importanti incontri con le scuole. Spazio è stato dato al denso progetto di TrasiMemo. Arts&Crafts, realizzato in collaborazione con la cooperativa Frontiera Lavoro e il Centro di Salute Mentale del Trasimeno, che in questa ultima edizione grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio ha portato TrasiMemo a dialogare con altri musei demoetnoantropologici del Trasimeno. Poi è stato dedicato tempo all’importante progetto di “TrasiMemo. Atelier diffuso”, un progetto sperimentale di incontro fra pubblico e privato, per stimolare l’incubazione di esperienze produttive finalizzate a “fare” nuovo artigianato come risorsa professionale.